Alzheimer da prevenire

Il ruolo della dieta
alzheimer_prevenire

Giovedì 21 settembre ricorre la giornata mondiale dell’Alzheimer.

Insieme all’invecchiamento della popolazione, l’incidenza delle malattie legate all’età, in particolare della demenza e il morbo di Alheimer (AD), continua ad aumentare.

Secondo il Global Dementia Report 2019, si stima che ci siano più di 50 milioni di persone affette da demenza in tutto il mondo, cifra che dovrebbe aumentare fino a 152 milioni entro il 2050.

MicroRNA, markers e bersagli

Una recente revisione ha analizzato le informazioni disponibili sull’effetto modulatorio dello stile di vita sull’espressione dei microRNA nell’AD.

Pochi studi hanno affrontato questa domanda, lasciando importanti lacune e limitazioni:

  1. negli studi sull’uomo sono stati analizzati solo i microRNA circolanti;
  2. negli studi sui topi, l’espressione dei microRNA è stata analizzata solo nel tessuto cerebrale;
  3. è stato analizzato un numero limitato di microRNA;
  4. non sono stati condotti studi di intervento nutrizionale sull’uomo;
  5. gli interventi di attività fisica negli esseri umani e nei topi erano scarsamente dettagliati e includevano solo l’allenamento aerobico.

Nonostante ciò, gli autori traggono alcune conclusioni.

I livelli circolanti di let-7g-5p, miR-107 e miR-144-3p erano associati alla qualità complessiva della dieta nei pazienti con deterioramento cognitivo lieve. L’analisi in silico ha mostrato che questi microRNA sono implicati nella formazione di sinapsi, nell’attivazione della microglia, nell’accumulo di beta-amiloide e nei percorsi proinfiammatori, questi ultimi presi di mira anche da miR-129-5p e miR-192-5p, i cui livelli circolanti sono modificati dalla attività fisica nei pazienti con AD.

L’attività fisica modifica l’espressione di miR-132, miR-15b-5p, miR-148b-3p e miR-130a-5p nel cervello dei topi, i cui target sono correlati alla regolazione dell’attività neuronale, dell’invecchiamento e delle vie proinfiammatorie.

Tutto questo supporta la necessità di esplorare ulteriormente i cambiamenti dei miRNA legati allo stile di vita nell’AD, sia come biomarcatori che come bersagli terapeutici.

Il ruolo della dieta

La dieta MIND (un ibrido tra la dieta mediterranea e la dieta Dash) ha dimostrato di ridurre l’incidenza di Alzheimer. La dieta MIND promuove il consumo di alimenti vegetali più naturali come verdure a foglia verde, verdure colorate (comprese verdure rosse, gialle e verdi), noci, bacche, legumi e cereali integrali, pollame, olio d’oliva e vino, e limita l’assunzione di cibi ricchi di grassi saturi come carne rossa, elaborata, margarina, formaggio, pasticcini e fast food, dolci e caramelle.

La dieta MIND contiene alimenti ricchi di alcune vitamine, carotenoidi e flavonoidi che si ritiene proteggano il cervello riducendo lo stress ossidativo e l’infiammazione. Il punteggio della dieta MIND, calcolato in base ai componenti dietetici, inclusi 10 alimenti salutari per il cervello e 5 cibi non salutari, è stato associato a un tasso più lento di declino cognitivo equivalente a 7,5 anni di età più giovane tra i partecipanti in un gruppo con punteggio elevato rispetto a un gruppo con punteggio basso.

Sebbene gli individui nei paesi subtropicali e tropicali consumino verdure come cipolle, aglio, pomodori, funghi, peperoni e melanzane, alcuni degli alimenti consigliati nella dieta MIND non sono facilmente disponibili nei mercati, inclusi frutti di bosco e vino.

Uno studio condotto in pazienti di Taiwan ha analizzato i consumi alimentari della popolazione: secondo il diario alimentare di 3 giorni, il gruppo con lieve decadimento cognitivo (MCI) aveva un apporto di rame significativamente più elevato rispetto al gruppo sano. Non c’era differenza in altri nutrienti tra i due gruppi.

Rispetto al gruppo sano, il gruppo MCI aveva un apporto significativamente inferiore di carne e proteine ​​a basso contenuto di grassi

Significato clinico

Secondo i risultati attuali, una dieta MIND, in particolare una dieta a basso contenuto di grassi saturi e ricca di acidi grassi polinsaturi n-3, potrebbe essere utile per prevenire il decadimento cognitivo.

 

Bigliografia : Shih-Wei Nien, I-Hsin Lin, Hsiu-Chuan Wu et al.

mar 19 settembre 2023
Condividi su :
VEDI ANCHE
artrite_dieta_vuoleLa dieta MIND e il rischio di Alzheimer
Una stretta aderenza a tre differenti regimi alimentari già considerati salutari potrebbe essere utile per contrastare il rischio di sviluppare la mal...
lun 13 aprile 2015
Rimodellamenti neurologici con la dietaLa dieta e l’Alzheimer
L'adesione a un modello dietetico sano, come quello mediterraneo, ha effetti neuroprotettivi sulla prevenzione dell'Alzheimer.
mer 31 luglio 2019
Parliamo di ...
  • alzheimer
    Alzheimer
    La malattia di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa che determina una graduale perdita delle funzioni cognitive.