BIA e complicanze del diabete


Il diabete mellito di tipo 2 (T2DM) non si limita a influenzare i livelli di zucchero nel sangue: nel tempo può causare complicanze gravi come neuropatia, retinopatia, nefropatia e persino ictus. Queste condizioni microvascolari e vascolari rappresentano una delle principali fonti di disabilità per i pazienti. Identificare chi è più a rischio, però, rimane una sfida.
Un recente studio ha esplorato un approccio innovativo: l’uso dell’analisi di impedenza bioelettrica multifrequenza (BIA), una tecnologia non invasiva, veloce e a basso costo, che fornisce indici dettagliati sulla composizione corporea.
Lo studio
Tra marzo 2024 e febbraio 2025, 124 adulti con diabete di tipo 2 da almeno un anno sono stati arruolati in un’analisi trasversale.
I ricercatori hanno misurato 13 parametri corporei con un analizzatore segmentale, tra cui:
- Massa muscolare scheletrica
- Acqua intracellulare
- Angolo di fase, indicatore di integrità cellulare
- Area di grasso viscerale
Le complicanze sono state diagnosticate tramite protocolli clinici e laboratoristici standard. I dati raccolti sono stati analizzati con metodi statistici avanzati per capire quali parametri predicessero meglio il rischio, indipendentemente da età, sesso, durata del diabete, controllo glicemico (HbA1c), indice di massa corporea e uso di farmaci.
Lo studio ha rivelato una vera e propria “firma protettiva” della composizione corporea:
- Massa muscolare scheletrica (SMM): maggiore SMM ha ridotto il rischio di neuropatia (−46%) e nefropatia (−30%).
- Grasso viscerale: livelli più alti hanno aumentato le probabilità di neuropatia (+55%) e retinopatia (+47%).
- Angolo di fase: valori più elevati hanno offerto una protezione significativa contro l’ictus (−45%).
Nel complesso, i modelli che integravano muscolo, integrità cellulare e adiposità viscerale hanno superato i modelli clinici tradizionali, raggiungendo valori di accuratezza predittiva (AUC) tra 0,79 e 0,85.
Significato clinico
Questi dati indicano che la BIA multifrequenza non è solo uno strumento di valutazione corporea, ma può diventare un alleato nella prevenzione delle complicanze del diabete.
- Un profilo con più massa magra, più acqua intracellulare e un angolo di fase elevato appare protettivo.
- Al contrario, l’eccesso di grasso viscerale rappresenta un segnale di rischio.
Poiché la misurazione è rapida, non invasiva e facilmente ripetibile, la BIA potrebbe essere integrata di routine nelle cliniche diabetologiche per:
- individuare precocemente i pazienti ad alto rischio,
- indirizzarli a specialisti prima della comparsa di danni irreversibili,
- monitorare gli effetti di interventi mirati a preservare la massa muscolare e ridurre il grasso viscerale.
La ricerca suggerisce che la profilazione impedenziometrica può diventare uno strumento chiave nella medicina personalizzata per il diabete di tipo 2. Non si tratta solo di controllare la glicemia: preservare la salute muscolare e limitare il grasso viscerale può fare la differenza nel ridurre complicanze invalidanti.

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