Steatosi epatica si svela con la BIA

In modo semplice e non invasivo
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La steatosi epatica, comunemente conosciuta come “fegato grasso”, è una condizione sempre più diffusa, spesso legata a disfunzioni metaboliche come obesità, diabete e sindrome metabolica. La diagnosi precoce e accurata è fondamentale per prevenire complicazioni, tra cui infiammazione cronica e fibrosi.

Tradizionalmente, la quantità di grasso presente nel fegato viene valutata con strumenti ecografici specifici, come il parametro di attenuazione controllata (CAP).

Tuttavia, questi esami non sono sempre accessibili a tutti e comportano costi elevati, limitandone l’uso nello screening su larga scala.

Lo studio

Per superare questi limiti, un gruppo di ricercatori ha sviluppato un modello predittivo basato sulla composizione corporea, misurata con la bioimpedenza (BIA), una metodica semplice, rapida e completamente non invasiva.

In uno studio condotto su 365 pazienti con sospetta malattia epatica associata a disfunzione metabolica, i ricercatori hanno identificato alcune variabili chiave che correlano con i valori di CAP:

  • Massa grassa del tronco (BFM)
  • Indice di massa muscolare scheletrica (SMI)
  • Età

Da queste variabili è stata derivata una formula capace di stimare il parametro CAP, chiamata eCAP. CAP stimato: 219,1 – 0,4479 × età + 3,476 × BFM del tronco + 7,045 × SMI

Quanto è affidabile l’eCAP?

Per verificarne l’affidabilità, l’eCAP è stato testato in tre diverse coorti di pazienti:

  • Training (365 pazienti)
  • Validazione (408 pazienti)
  • Biopsia epatica (158 pazienti)

I risultati hanno mostrato un’elevata capacità diagnostica, con un’area sotto la curva ROC di:

  • 0,814 nella coorte di training
  • 0,808 nella coorte di validazione
  • 0,826 nei pazienti con biopsia epatica, valori molto simili a quelli ottenuti con il CAP tradizionale.

Con un valore di soglia pari a 281 dB/m, l’eCAP ha raggiunto una sensibilità del 72,5% e una specificità dell’82,1%. Per garantire una sensibilità superiore al 90%, il cut-off scendeva a 266 dB/m.

Significato clinico

Questi risultati dimostrano che l’eCAP derivato dalla bioimpedenza può rappresentare un’alternativa pratica ed economica per stimare la steatosi epatica. Non richiede apparecchiature sofisticate e può essere applicato facilmente anche in contesti di medicina di base o screening di popolazione.

La combinazione di analisi della composizione corporea e modelli predittivi statistici apre la strada a nuovi strumenti diagnostici non invasivi. L’eCAP potrebbe diventare un alleato importante nella lotta contro la steatosi epatica, favorendo diagnosi più precoci e strategie di prevenzione più diffuse.

 

Bibliografia : Toshikazu Kohira, Satoshi Oeda, Erina Eto et al.

mar 9 settembre 2025
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