Indice infiammatorio dietetico e salute metabolica


La sindrome cardiovascolare-renale-metabolica (CKM) rappresenta un continuum patologico complesso che coinvolge cuore, reni e metabolismo, ed è oggi una delle principali cause di morbilità e mortalità a livello globale. Negli ultimi anni, l’attenzione si è spostata dal semplice controllo dei fattori di rischio classici alla comprensione dei meccanismi sottostanti, tra cui il ruolo dell’infiammazione cronica di basso grado e dell’invecchiamento biologico.
Un recente studio basato sui dati della National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) 2005–2018, ha analizzato l’associazione tra la qualità della dieta (valutata tramite l’Indice Infiammatorio Dietetico – DII), l’invecchiamento biologico e la progressione/mortalità della sindrome CKM, integrando approcci di mediazione statistica e modelli predittivi di apprendimento automatico.
Lo studio
L’indagine ha coinvolto 7.918 partecipanti, con l’obiettivo di rispondere a tre domande chiave:
- Un’alimentazione pro-infiammatoria è associata a uno stadio più avanzato della sindrome CKM?
- Esiste un legame tra la dieta infiammatoria e la mortalità per tutte le cause nei soggetti con CKM?
- L’invecchiamento biologico media questa associazione?
Nel corso di un follow-up mediano di 9,3 anni, sono stati registrati 819 decessi. Le analisi statistiche hanno evidenziato quanto segue:
- Un DII più elevato è stato associato a un aumento significativo del rischio di stadi avanzati di CKM
- Terzile 2: OR = 1,39 (95% CI: 1,17–1,65)
- Terzile 3: OR = 1,85 (95% CI: 1,56–2,20)
- Il DII elevato ha predetto anche una maggiore mortalità per tutte le cause
- Terzile 2: HR = 1,20 (95% CI: 1,01–1,43)
- Terzile 3: HR = 1,45 (95% CI: 1,21–1,73)
- È stata identificata una soglia di rischio ottimale per DII pari a 1,93, oltre la quale aumenta significativamente la mortalità.
Il ruolo dell’invecchiamento biologico
Attraverso le analisi di mediazione, è emerso che:
- L’invecchiamento biologico media il 23% dell’associazione tra DII e stadi avanzati di CKM
- E il 13% dell’effetto del DII sulla mortalità per tutte le cause
Questi dati suggeriscono che un’alimentazione pro-infiammatoria non agisce solo sui parametri metabolici, ma accelera anche processi di invecchiamento cellulare, contribuendo al peggioramento della sindrome CKM.
L’intelligenza artificiale nella previsione clinica
Lo studio ha inoltre sviluppato modelli predittivi avanzati, mostrando le potenzialità degli strumenti di machine learning nella pratica clinica:
- Il modello Light Gradient Boosting Machine ha ottenuto un’AUC di 0,896 per la classificazione degli stadi avanzati di CKM
- La regressione logistica ha fornito migliori risultati nella previsione della mortalità (AUC: 0,857)
L’analisi SHAP, che spiega il contributo di ciascuna variabile ai modelli, ha identificato alcuni nutrienti chiave:
- Magnesio e acidi grassi omega-3 erano protettivi sia contro la progressione della CKM che contro la mortalità.
Significato clinico
Questo studio rafforza l’idea che la qualità della dieta ha un impatto diretto e misurabile sulla salute cardiometabolica e renale, non solo attraverso i tradizionali meccanismi metabolici, ma anche tramite l’infiammazione sistemica e il processo di invecchiamento biologico.
Per i nutrizionisti, questo significa:
- Valutare il potenziale infiammatorio della dieta dei pazienti (es. tramite strumenti come il DII)
- Promuovere schemi alimentari anti-infiammatori, ricchi di magnesio, fibre, antiossidanti, acidi grassi n-3
- Considerare l’invecchiamento biologico come nuovo target nutrizionale, non solo per rallentare la progressione della CKM, ma anche per ridurre la mortalità
Il DII si conferma un marcatore nutrizionale potente: una dieta con elevato potenziale infiammatorio è associata a peggiori esiti clinici nei pazienti con sindrome CKM, in parte mediati dall’invecchiamento cellulare.
Interventi nutrizionali mirati, basati su una valutazione approfondita della qualità della dieta, possono rappresentare una strategia chiave nella prevenzione, gestione e prognosi della sindrome cardiovascolare-renale-metabolica.



- Prevenzione cardiovascolareEsistono diversi fattori di rischio cardiovascolari; è quindi possibile intervenire su quelli modificabili per prevenire l’insorgenza di malattia.Il Food IntakeIl food intake è l’analisi dei consumi alimentari in termini di calorie e nutrienti, così da impostare un piano dietetico personalizzato.