Stato nutrizionale da valutare sempre

Lo studio Pro-HEART
scompenso-cardiaco

Quando si parla di malnutrizione, spesso la si associa a persone sottopeso o con un apporto calorico insufficiente. Tuttavia, la ricerca scientifica mostra una realtà più complessa: anche chi è sovrappeso o obeso può soffrire di carenze nutrizionali. Questo fenomeno, noto come malnutrizione nascosta, è particolarmente rilevante nei pazienti con scompenso cardiaco cronico (SC), una condizione in cui il cuore fatica a pompare sangue in modo efficace.

Lo studio Pro-HEART: uno sguardo all’alimentazione dei pazienti

Per indagare questo aspetto, il Pro-HEART study ha analizzato le abitudini alimentari di 92 soggetti sovrappeso e obesi affetti da insufficienza cardiaca cronica. I partecipanti hanno compilato un diario alimentare di 3 giorni, strumento validato per valutare l’assunzione di cibi e nutrienti.

L’obiettivo? Confrontare ciò che i pazienti realmente consumano con le linee guida nutrizionali raccomandate a livello nazionale.

I dati raccolti hanno messo in luce una contraddizione evidente:

  • Il 41% dei partecipanti ha superato le raccomandazioni per i grassi totali.
  • Il 73% ha consumato troppi grassi saturi.
  • Ben il 95% ha assunto sodio oltre i limiti consigliati, aumentando il rischio di ipertensione e aggravamento dello scompenso cardiaco.

Allo stesso tempo, nonostante un apporto calorico adeguato o persino eccessivo, molti pazienti non hanno raggiunto i livelli raccomandati di micronutrienti fondamentali per la salute cardiaca e metabolica, come:

  • Vitamina D
  • Calcio
  • Magnesio
  • Potassio

Queste carenze possono contribuire a processi di infiammazione cronica e a squilibri metabolici, peggiorando il decorso della malattia cardiaca.

Significato clinico

I risultati del Pro-HEART evidenziano un paradosso clinico: persone in sovrappeso o obese possono essere contemporaneamente a rischio di malnutrizione. Questo ribalta l’idea comune che un peso corporeo elevato equivalga a “riserve nutrizionali” sufficienti.

La lezione è chiara: nei pazienti con insufficienza cardiaca, non basta monitorare il peso o l’apporto calorico. Serve una valutazione nutrizionale completa, capace di identificare squilibri nella qualità della dieta e non solo nella quantità.

La malnutrizione nascosta è un problema concreto anche tra chi appare ben nutrito o ha un peso corporeo elevato. Nei pazienti con scompenso cardiaco, affrontare queste carenze attraverso interventi dietetici mirati potrebbe migliorare non solo la qualità della vita, ma anche gli esiti clinici a lungo termine.

 

Bibliografia : Angelina P. Nguyen, Jennifer Kawi, Rebecca Meraz et al

mar 9 settembre 2025
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