Infiammazione ipotalamica, gli acidi grassi insaturi possono attenuare il danno
È noto dai modelli sperimentali animali che l’infiammazione ipotalamica costituisce un fattore precoce determinante nell’insorgenza e nella progressione dell’obesità.
Alcuni approcci farmacologici e di terapia genica si sono dimostrati efficaci nel bloccare l’infiammazione in questo sito, correggendo il fenotipo obeso.
Particolare attenzione viene ora rivolta al ruolo dei nutrienti e alla possibilità offerta dalla dieta per modulare l’infiammazione ipotalamica.
Lo studio
Un gruppo di studio del laboratorio di cell Signaling dell’università di Campinas, Brasile, ha dimostrato che nel modello animale obeso la sostituzione degli acidi grassi della diata con olio di lino, ricco in acido polinsaturo C18.3, oppure olio di oliva, ricco in acidi C18:1, correggeva l’infiammazione ipotalamica, la resistenza all’insulina ipotalamica e sistemica e riduceva l’adiposità corporea generale.
L’iniezione di acidi grassi puri ω3 e ω9 negli animali obesi riduceva spontaneamente l’assunzione di cibo e l’aumento di massa corporea.
Questi effetti erano accompagnati da un ripristino della normale sensibilità funzionale e molecolare ipotalamica all’insulina e leptina ed altri mediatori chimici coinvolti nella regolazione delle sensazioni di appetito.
Inoltre, l’iniezione di acidi grassi ω3 e ω9 attivava, a livello ipotalamico, alcune vie di segnaling cellulare responsabili del metabolismo degli acidi grassi stessi.
Lo studio ha dimostrato che gli acidi grassi insaturi possono agire a livello ipotalamico, attenuando l’infiammazione indotta dalla dieta riducendo così l’adiposità corporea.
Significato clinico
Questi dati suggeriscono che l’alimentazione stessa possa rappresentare un attrattivo strumento terapeutico per controllare l’infiammazione ipotalamica nell’obesità.