Carne rossa e lavorata, meglio se è meno
Pochi studi hanno valutato l’associazione tra consumo di carne rossa (RM) e carni rosse trasformate (PRM) e l’incidenza di sindrome metabolica (SM). I risultati sono contraddittori.
Lo studio Predimed
Nell’ambito dello studio PREDIMED, spagnolo, si sono valutate le associazioni tra il consumo totale di carne e dei suoi sottotipi e lo sviluppo di sindrome metabolica.
Quale può essere l’effetto di sostituire sulle nostre tavole la carne rossa con alimenti ricchi di proteine alternative?
Sono stati ben 1868 i partecipanti (55-80 anni) reclutati nello studio PREDIMED. Non avevano sindrome metabolica al basale e sono stati seguiti per un periodo mediano di 3,2 anni.
Le variabili antropometriche, le abitudini alimentari e la biochimica del sangue sono stati determinati al basale e ogni anno dall’arruolamento.
Confrontando il più alto terzile di consumo di carne rossa vs il terzile più basso c’è un aumento significativo del rischio di sindrome metabolica.
Rispetto ai partecipanti nel terzile più basso, quelli nel più alto terzile di consumo di pollame e coniglio hanno avuto un minor rischio di sindrome metabolica.
Il rischio di sindrome metabolica era più basso sostituendo una porzione al giorno di carne rossa con legumi, pollame e coniglio, pesce o uova.
Significato clinico
Il consumo di carne rossa e di carne rossa trasformata (insaccati e salumi) è stato associato quindi ad alto rischio di sindrome metabolica.
La sostituzione con altri alimenti ricchi di proteine è legata a un minor rischio di sindrome metabolica e deve, quindi, essere incoraggiato.
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