Aminoacidi e sport
Alcuni ricercatori hanno analizzato, con 2 studi distinti, le risposte, in termini di qualità e quantità di AA circolanti nel plasma, dopo l’assunzione di 20 g di proteine. Nello studio 1, 15 soggetti, non allenati e dopo digiuno notturno, hanno consumato 20 g di proteine da latte scremato, latte di soia, bistecca, uova sode, e un supplemento pasto liquido.
Nello studio 2, 10 soggetti allenati agli sport di resistenza hanno consumato 20 g di proteine in forma solida (barretta ricca di proteine) e somministrata, sia a riposo, sia dopo 60 minuti di corsa. Le concentrazioni plasmatiche di AA sono state misurate istantaneamente, prima e dopo 180 min in entrambi gli studi. Si procedeva con un’analisi farmacocinetica (tramite cromatografia) per definire i profili delle concentrazioni plasmatiche di AA totali (TAA), AA essenziali, AA a catena ramificata (BCAA), e della leucina.
Si è così dimostrato che, sebbene le aree sottese della curva cromatografica TAA siano risultate simili, al confronto tra le fonti alimentari diverse di proteine, i profili dell’aminoacidemia hanno mostrato differenze sostanziali. E dopo l’ingestione di alimenti liquidi ricchi di proteine, il picco della massima concentrazione plasmatica di AA, veniva raggiunto due volte più rapidamente al confronto con l’ingestione di proteine da cibi solidi. In particolare, l’ingestione di latte scremato ha permesso di assicurare il picco di concentrazione di leucina con rapidità significativa rispetto a tutti gli altri alimenti.