Allergia crociata kiwi/polline di betulla

Le allergie legate al consumo di kiwi sono in aumento. 

Molte di queste reazioni allergiche sono attribuite alla reattività crociata, in particolare con il principale allergene presente nel polline di betulla. 

Questa reattività crociata è associata a proteine appartenenti alla famiglia delle proteine di classe 10 correlata alla patogenesi (PR-10). 

Lo studio

I ricercatori hanno determinato le strutture tridimensionali delle due proteine PR-10 nei kiwi dorati e verdi, Act c 8 e Act d 8, utilizzando la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (NMR). 

Le strutture di entrambe le proteine del kiwi somigliano molto al principale allergene del polline di betulla, Bet v 1, fornendo una spiegazione molecolare per la reattività crociata immunologica osservata tra il kiwi e il polline di betulla. 

Questa reattività crociata immunologica deriva dalla sensibilizzazione allergica iniziale a Bet v 1, seguita dal successivo riconoscimento di proteine strutturalmente simili nel kiwi da parte di anticorpi IgE specifici per Bet v 1. 

Bet v 1 è una proteina di classe 10 (PR-10-like) correlata alla patogenesi. Condivide la stessa piega tridimensionale delle proteine PR-10, che si trovano comunemente in vari frutti e verdure. Di conseguenza, più del 70% degli individui allergici al polline di betulla alla fine sviluppano allergie a una o più di queste fonti alimentari.

Nonostante sia l’Act c 8 che l’Act d 8 contengano più residui di cisteina, non sono presenti ponti disolfuro all’interno delle loro strutture. Tutte le cisteine sono invece accessibili sulla superficie della proteina ed esposte al solvente circostante, dove sono disponibili per reazioni con i componenti della matrice alimentare naturale. Questa caratteristica strutturale distingue Act c 8 e Act d 8 dalle altre proteine del kiwi ad alto contenuto di cisteina. 

Significato clinico

La ricerca offre una base per ulteriori studi volti a comprendere le reazioni allergiche associate a questo frutto e ad esplorare come le interazioni con la matrice alimentare naturale potrebbero essere impiegate per migliorare la sicurezza alimentare.