Quando eravamo carnivori
Meno carne e bevande alcoliche, più pasta pane e cereali rispetto all’inizio degli anni ’80. Questo il dato principale che emerge da uno studio realizzato da Federalimentare che fotografa l’evoluzione della spesa alimentare in Italia dal 1983 a oggi.
Nei frigoriferi di 25 anni fa non mancava mai la carne, prima voce di spesa del paniere alimentare con un peso pari al 33% del totale.
Al secondo posto frutta e verdura (18) poi latte formaggi e uova (13) pane pasta e altri cereali (10) olii e grassi (5) zucchero marmellata sciroppi cioccolata e pasticceria (4) pochissimo pesce (3). All’ultimo posto figuravano caffé tè e cacao (2).
Il paniere alimentare oggi
Analizzando il paniere alimentare di oggi si scopre che è cambiato proprio il modo di bere: la spesa per acque minerali bevande gassate e succhi è salita al 56 del totale rispetto all’13 del 1983 superando quella per gli alcolici che è scesa al 51 rispetto al 74.
Nello stesso arco di tempo la carne, pur rimanendo la prima voce di spesa, passa dal 33 al 22. Sale invece la spesa per pane pasta e altri cereali dal 10 al 19. Calano frutta e verdura (16) il pesce raddoppia il suo peso nel paniere passando dal 3 al 6 della spesa alimentare totale. Rimane stabile al 13 la spesa per latte formaggi e uova. Olii e grassi scendono al 4 mentre zucchero marmellata sciroppi cioccolata si attestano al 6.
La spesa moderna si orienta sempre di più verso la rapidità e la facilità del consumo: in aumento i salumi affettati (18) i piatti pronti (16) specialità a base di pane (14). Sughi e piatti pronti surgelati di carne e di pesce sostitutivi del pane hanno mostrato negli ultimi cinque anni una crescita del 47%, superati solo da altre due categorie di alimenti.
Dal 2003 a oggi il carrello etnico è cresciuto addirittura del 60% mentre il paniere salute (prodotti dietetici integratori alimentari) è aumentato del 59 .
Gli aspetti nutrizionali
Analizzando gli aspetti nutrizionali ci si accorge che negli anni ’80 la crescita quantitativa e qualitativa dei consumi alimentari aveva spostato verso l’alto il conteggio delle calorie dalle 2546 giornaliere a persona dei primi anni ’50 alle circa tremila del 1983.
Mentre oggi anche grazie a una più matura gestione della dieta si è arrivati a un intake calorico giornaliero di circa 2200 calorie.
Infine lo studio rileva che la distribuzione moderna supermercati e ipermercati prevale nettamente sul dettaglio tradizionale (70 contro 30).
Non era cosi 25 anni fa quando i numerosi negozietti di quartiere coprivano il 90 del totale mentre la grande distribuzione organizzata si attestava ad appena il 10%.