Più grassi e meno carboidrati la mortalità si riduce
Cuore, con più grassi e meno carboidrati la mortalità si riduce?
Aumentare il consumo di grassi potrebbe non rappresentare un pericolo per la salute. Una dieta che includa un moderato apporto di grassi con un apporto di carboidrati più ridotto è stata associata, infatti, a un rischio ridotto di mortalità. I grassi, dunque, verrebbero parzialmente assolti dopo essere stati il bersaglio delle avvertenze dei nutrizionisti negli anni passati: alla luce di queste conclusioni, pertanto, potrebbero essere riviste in questa direzione le linee guida alimentari internazionali.
Lo studio che mette in discussione le evidenze consolidate sull’alimentazione arriva dalla McMaster University (Canada). I suoi autori hanno visto che le diete con circa il 35% di calorie derivanti dai grassi erano associate a una mortalità inferiore rispetto alle diete con circa il 60% di calorie da carboidrati. Attualmente si raccomanda di non superare invece il 30% dell’apporto energetico dai grassi. La ricerca è stata presentata al congresso della Società Europea di Cardiologia e pubblicata su Lancet.
Lo studio
I dati analizzati fanno riferimento a più di 135 mila individui provenienti da 18 Paesi a basso, medio e alto reddito, seguiti per sette anni e mezzo. I partecipanti sono stati divisi in cinque gruppi in base al consumo di carboidrati: chi consumava la quantità massima di carboidrati aveva il 28% di probabilità in più di morire per qualsiasi causa durante questi sette anni e mezzo rispetto a chi ne consumava il minimo.
Separandoli invece sempre in cinque gruppi ma in base al consumo di grassi, è emerso che chi ne consumava di più, di qualsiasi tipo, aveva il 23% di probabilità in meno di chi ne consumava la quantità minima rilevata.
L’apporto totale di grassi e i tipi di grassi assunti non erano associati al rischio di infarto o di mortalità da malattia cardiaca: “Ciò che stiamo suggerendo è la moderazione in opposizione a un apporto di grassi e carboidrati molto ridotto o molto elevato”, dice Mahshid Dehghan, autrice dello studio.
Le linee guida – spiegano i ricercatori – si sono concentrate a lungo sulla riduzione dei grassi totali sotto il 30% e dei grassi saturi sotto il 10% dell’apporto calorico quotidiano. Questo è basato sull’idea che, riducendo i grassi saturi, si dovrebbe ridurre il rischio di malattia cardiaca, ma non prende in considerazione in che modo i grassi sono sostituiti nella dieta.
- Prevenzione cardiovascolareEsistono diversi fattori di rischio cardiovascolari; è quindi possibile intervenire su quelli modificabili per prevenire l’insorgenza di malattia.