L’infiammazione “rompe le ossa” degli anziani
Diversi studi in vitro e sugli animali hanno dimostrato che i marcatori infiammatori influenzano il rimodellamento osseo e giocano un ruolo importante nella patogenesi dell’osteoporosi.
Inoltre, alcuni studi longitudinali nell’uomo hanno dimostrato associazioni significative tra markers infiammatori elevati e un aumento del rischio di fratture non traumatiche.
Lo studio
I ricercatori hanno esaminato diversi marcatori infiammatori e i tipi multipli di frattura in un singolo studio con individui anziani seguiti con un ampio follow-up. In particolare si è analizzata l’associazione di quattro marcatori infiammatori con il rischio di fratture dell’anca tra 5.265 partecipanti del famoso studio CHS (Cardiovascular Health Study) e un endpoint composito di fratture incidenti dell’anca, del bacino, dell’omero o dell’avambraccio prossimale in 4.477 partecipanti.
Tra i partecipanti CHS seguiti tra il 1992 e il 2009, si sono verificate 480 fratture dell’anca durante un follow-up mediano di 11 anni. Negli altri 4.477 partecipanti si sono verificate 711 fratture durante un follow-up mediano di 7 anni.
Tra i markers, i livelli di IL-6 raddoppiati hanno dimostrato di essere predittori della frattura dell’anca, in modo più forte nelle donne.
L’aumento dei globuli bianchi (leucociti) si associava in modo diretto al rischio di frattura dell’anca.
Significato clinico
Dal punto di vista clinico, questi risultati suggeriscono che i processi infiammatori e immunitari cronici possono essere correlati a più alti tassi di fratture dell’anca.
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