Il fissato con la dieta
“Dieta a zona, dieta della banana, dieta del limone, cronodieta e dieta della luna. Le ha provate tutte. Il fissato con la dieta basa le sue giornate su pranzi monotematici, tristi e molte volte privi di gusto, per mantenere una forma fisica che spesso non riesce a raggiungere. I pranzi in ufficio si riducono a barrette di cereali e guarda in cagnesco chi mangia a sproposito come se fosse un alieno, un intossicato.”
Avete mai notato che nel momento in cui cominci una dieta, tutto ciò che vuoi fare è mangiare?
Questa domanda introduce un argomento che ha interessato psicologi e professionisti di diversi campi circa gli effetti psicologici delle diete.
Sulla base della mia personale esperienza, sostengo che dimagrire sia un vero e proprio percorso psicosomatico e non solo puramente nutrizionistico. Nel mondo delle “diete qualsiasi”, ogni discorso verte sulle calorie, sulle quantità e non sulla trasformazione dell’individuo. Per questo la maggioranza delle diete fallisce: alla prima frustrazione si ricorre di nuovo al cibo e riprendere peso è inevitabile.
Forse prima di dire : “Da domani mi metto a dieta” bisogna partire da lontano e soprattutto non rimandare ad un domani che mai arriva. Non c’è popolo della Terra che nei suoi riti non sia ricorso alla dieta, per trovare una nuova dimensione del proprio essere. In questa chiave il dimagrimento è un vero e proprio percorso psicosomatico, sino al raggiungimento della forma corporea (e del peso) in cui ritroviamo l’identità che ci appartiene.
Saper sfruttare in modo sano e corretto il proprio rapporto con il cibo attraverso un approccio benevolo con il corpo, armonizzando le dinamiche di rapporto con gli alimenti attraverso un percorso della mente, è quello che a mio avviso si nasconde in chi comincia un percorso alimentare in quanto è difficile dimagrire e restare in forma , se non si entra in altri territori della nostra mente.
Il fissato con la dieta è un po’ quello che si propone di fare con quanto si è scritto sopra, ma già il termine “ fissato” indica un cattivo eccesso a questo tipo di approccio. Lui si impegna a darsi delle regole con la dieta, ma non sempre le regge forse perché la sua psiche non è sempre pronta a sostenere questo regime alimentare a volte quasi dittatoriale.
La mente ha bisogno della trasgressione, di concedersi altro e poi saper ritornare sulla retta via perché conosciamo tutti la sua neuro plasticità.
Tocchiamo due grandi temi quando ci si mette a dieta: la motivazione iniziale, e la frustrazione quando si affaccia una certa stanchezza mentale.
Sicuramente lo step iniziale è quello di andare per gradi realistici e non crearsi false aspettative o toppo grandi, perché puntualmente poi vengono tradite.
L’unione fa la forza, ed è terapeutico coinvolgere le persone più vicine a sostegno di questo percorso nutrizionale. Le persone che ci circondano possono essere la causa di intolleranze e sovrappeso. Sedersi a tavola con le persone giuste può essere una soluzione non indifferente al problema.
A fini dietetici – motivazionali, è anche importante non mangiare da soli, apparecchiare sempre la tavola anche se non abbiamo ospiti a casa o siamo soli durante il pasto, ed utilizzare piatti di dimensioni più piccole per ingannare l’occhio.
E dopo tutta questa severità e marasma di regole, facciamolo uno strappo, uno piccolo, fa bene alla mente e al cuore. In fondo se ci pensiamo bene, anche Dio il settimo giorno si riposò, così anche noi il settimo giorno (la tanto attesa Domenica) potremmo rilassare la mente e darci il meritato premio.
Troppo spesso si ingrassa perché si smette di gioire. Insomma, per evitare i chili di troppo bisogna evitare di pensare a quegli obblighi della vita che bloccano la nostra creatività.
Oggi sappiamo molte cose in più sulla dieta, sul cibo, sul corpo e sulla mente, e molte ricerche e studi sono partite proprio da questo. Se volessimo tracciare una conclusione sintetica potremmo dire che è evidente come la dieta non sia solo una questione di calcoli calorici.
In un recente libro, Dieta o non dieta, una serie di figure professionali diverse (psicologi, medici, nutrizionisti, dietisti ecc.) si sono riuniti per sottolineare esattamente questo punto: non si può scindere corpo e mente, nemmeno nel campo della dieta. Come dire: mangiare non equivale a ingerire, tanto quanto affamarsi non equivale a dimagrire.
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