glossario

I carboidrati non digeriti, o non assorbiti, raggiungono il colon, dove diventano un substrato per la fermentazione da parte della flora batterica.

Il processo da origine a idrogeno che come gas viene escreto nell’espirazione.

Misurando la concentrazione dell’idrogeno nel respiro (breath test) si ha così la stima indiretta del malassorbimento.

Impiegato all’inizio come test specifico per l’intolleranza al lattosio, è stato poi esteso a quella dei carboidrati in generale.

Il limite del breath test è che non da indicazione della quantità dei carboidrati  realmente assorbiti, ma esprime solo la frazione di quelli che giunti al colon, hanno dato vita alla fermentazione.
Un altro test riguarda l’efficienza nella digestione e nell’assorbimento di un carico preordinato di carboidrati, o porzione standard di glucosio (usualmente 50g), valutando il livello della risposta glicemica in distinti intervalli di tempo.

I livelli di glicemia vengono poi comparati a quelli fisiologici dei soggetti normali. I nutrizionisti impiegano il test dell’intolleranza al glucosio per stabilire il potenziale glicemico (indice glicemico) dei differenti alimenti. In pratica, consumando una porzione di cibo, contenente 50 g di carboidrati, si va a valutare il livello di glicemia raggiunto 2 ore dopo la sua ingestione. Oggi, il carico glicemico e l’indice glicemico rappresentano marker nutrizionali di enorme importanza per la stesura corretta delle diete per i diabetici, per i soggetti con sindrome plurimetabolica e in generale, per gli obesi.