Diabete Mellito: dai sintomi alla cura

14 novembre - Giornata Mondiale del Diabete
Cuore_diabete

Istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation (IDF) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la Giornata Mondiale del Diabete (GDM) ha l’obiettivo primario di sensibilizzare e informare l’opinione pubblica. Il tema di quest’anno è: “Diabete: proteggi la tua Famiglia!”

Diabete Mellito: diamo i numeri

Nel 2016 Erano circa 422 milioni le persone affette da diabete mellito, 64 milioni all’interno della Regione europea dell’OMS (Global report on diabetes, OMS 2016).

In Italia, in base ai dati ISTAT, nel 2016 si è stimata una prevalenza del diabete noto pari al 5,3% della popolazione (5,4% negli uomini, 5,2% nelle donne) che equivaleva ad oltre 3 milioni di persone. Questo trend è in leggero calo negli ultimi anni, dopo un decennio di crescita costante. Al crescere dell’età la prevalenza aumenta per arrivare a circa il 20% quando l’età supera i 75 anni.

La prevalenza di diabete è inferiore nelle regioni del nord (4,7 e 4,5%) rispetto a quelle del centro (5,7%), del sud (6,1%) e delle isole (5,8%).

Secondo i dati pubblicati dalla World Diabetes Federation, nel 2017 nel mondo erano 425 milioni le persone con il diabete, cioè 1 adulto su 11. A queste, si devono aggiungere 212 milioni di persone – pari a 1 adulto su 2 – che non sanno di avere la malattia.

Diabete Mellito: Tipo 1 e Tipo 2

Il diabete mellito di tipo 1 (dmt1) rappresenta il 10% dei casi di diabete. Questa forma è detta anche diabete giovanile o insulino-dipendente, in quanto insorge, di solito, in giovane età e si cura solo con l’insulina.

Il diabete di tipo 1 si sviluppa in genere durante gli anni dell’adolescenza, ma può comparire anche in bambini piccolissimi, in neonati o in giovani adulti e dura tutta la vita.
In Italia le persone con diabete mellito tipo 1 sono circa 300.000.

L’incidenza di questa forma di malattia è in aumento in tutto il mondo. Si tratta di una patologia di origine autoimmune, caratterizzata dalla distruzione delle cellule β pancreatiche con conseguente insulino-deficienza.

Il diabete mellito di tipo 2 (dmt2) rappresenta circa il 90% di tutti i casi di diabete.

Questa forma si presenta in genere in età adulta (circa i 2/3 dei casi di diabete interessano persone di oltre 64 anni), anche se negli ultimi anni, un numero crescente di casi viene diagnosticato in età adolescenziale. Questo cambiamento è correlabile all’aumento dei casi di obesità infantile.

Gli italiani affetti da dmt2 sono circa il 5% della popolazione, cioè oltre 3 milioni di persone e si stima che ci sarebbero circa 1 milione di persone che hanno la malattia ma ancora non lo sanno.

Diabete di tipo 1 e celiachia

Il diabete di tipo 1 e la celiachia hanno molto in comune. Il 3,5-10% delle persone affette da celiachia sviluppano nel corso della vita il diabete di tipo 1 e viceversa.

Se viene diagnosticata una delle due patologie si consiglia, quindi, i test di screening per l’altra patologia.

La celiachia e il diabete di tipo 1 hanno entrambe un’origine autoimmune sono e condividono alcuni dei geni ritenuti responsabili delle patologie. Ad esempio, entrambe le malattie sono caratterizzate dalla presenza dei geni DQ2 e DQ8, che codificano per delle proteine sulla membrana dei linfociti T in grado di riconoscere la gliadina (derivato del glutine) e scatenare la reazione infiammatoria.

In genere, in caso di coesistenza delle due patologie, il diabete di tipo 1 è diagnosticato prima, perché presenta sintomi più marcati ed evidenti.

Il diabete di tipo 1 si può associare anche ad altre malattie autoimmuni, come la tiroidite autoimmune o l’artrite reumatoide.

Diabete mellito: riconoscere i primi sintomi

Nel caso del diabete tipo 1 si assiste, di solito, a un esordio acuto, spesso in relazione a un episodio febbrile. I sintomi caratteristici sono:

  • Eccessiva sete (polidipsia)
  • Aumentata quantità di urine e minzione frequente (poliuria)
  • Sensazione di stanchezza (astenia)
  • Perdita di peso immotivata
  • Pelle secca
  • Aumentata frequenza di infezioni.

Nel diabete tipo 2 l’esordio può essere lento e meno evidente. Possono verificarsi casi di glicemia alta senza che si manifestino i sintomi. Per questo la diagnosi di questa forma di diabete è tardiva e avviene quando ormai la malattia è in una fase conclamata.

Diabete mellito: come curarlo

Il diabete tipo 1 si cura con l’insulina, la dieta e l’attività fisica, fondamentale per tenere sotto controllo le complicanze cardiovascolari, renali, neurologiche e ossee.

Il diabete tipo 2 si cura con i farmaci ipoglicemizzanti orali, la dieta e l’attività fisica.

I controlli costanti e regolari della glicemia sono la regola per entrambe le forme, lo stesso vale per il controllo del peso corporeo e delle funzioni cardiaca e renale.

A tutto questo va aggiunto il controllo periodico degli occhi, tenendo ben presente che la retinopatia diabetica, che colpisce in genere entrambi gli occhi, si manifesta inizialmente con vista offuscata e ridotta, macchie o fili che fluttuano davanti agli occhi, difficoltà nella percezione dei colori, ma si può arrivare sino alla cecità.

Diabete Mellito: si può prevenire?

Il diabete di tipo 1 non può essere prevenuto, in quanto sono ancora poco chiari i fattori di rischio che interagiscono con la predisposizione genetica scatenando la reazione autoimmunitaria. Tuttavia, pensandoci per tempo, l’esordio e le complicanze più gravi si possono ritardare nei figli da famiglie nelle quali almeno un genitore è già malato.

Il diabete 2 è in parte prevenibile modificando gli stili di vita delle persone a rischio, in particolare la nutrizione e l’attività fisica.

 

Bigliografia :
Fonti :

mer 13 novembre 2019
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